mercoledì 12 dicembre 2012

Il Progetto H.A.R.M.O.N.Y





Ecco la prima intervista sul Progetto H.A.R.M.O.N.Y che è stata pubblicata dal magazine SOund36, in versione ridotta. Qui potete leggere la versione integrale.

(02Dicembre2012)  

SO36: Cominciamo da Harmony, come mai hai scelto questo nome?

H: Forse è stato il nome Harmony a “scegliere” me, influenzandomi, ispirandomi. La parola Armonia e il suo significato, mi sono sempre piaciuti .

H.A.R.M.O.N.Y è un progetto Italiano, ma -L’armonia- può essere un progetto Mondiale.

Sappiamo che, essere in armonia, come nella musica fondamentalmente significa: cercare e mantenere un buon equilibrio, tra le parti che compongono un insieme, piccolo o grande, rispettando anche le apparenti diversità, integrandole e facendole diventare una forza che lavora all'unisono.
Possiamo comprendere ancora meglio questo concetto, quando realizziamo e/o ascoltiamo delle armonie in una composizione musicale, percependo la bellezza di più suoni che, pur essendo sovrapposti, riescono ad equilibrasi e a valorizzarsi a vicenda, in perfetto accordo 

SO36: Hai autoprodotto un Ep, come sono nate le canzoni?

H: Si, autofinanziato. Durante la fase di produzione, l’esperto ha ascoltato anche le mie idee e suggerimenti, così abbiamo deciso insieme quali altri strumenti e suoni (elettronici) aggiungere, per rendere il tutto "radiofonico" in modo originale, e per produrre delle atmosfere armoniose, che piacessero ad entrambi.
Come sono nate le canzoni, ognuno di noi ha dentro di sè una forza, che attende di essere accesa, per me la scintilla è stata l’amore. Ho ricevuto una forte ispirazione e qualcosa di bello dentro di me ha cominciato a crescere e a “lottare” per venire alla luce.
Le canzoni sono nate in Italia, per quanto riguarda i testi, alcuni li ho scritti ispirandomi alle basi che mi sono state proposte, per altre invece, come “Y.I.M.” e “Citizen of The Universe”, avevo già sia le parole che la melodia e così il produttore si è basato su quello. L’idea di proporre un EP composto da generi musicali differenti è partita da lui, io mi sono fidata e ho provato ad arrangiare la mia voce, divertendomi nell’ interpretare qualcosa di nuovo, ho sperimentato, senza perdere la mia identità.
Tutte le sei canzoni parlano sia di me che di persone e temi attuali che mi hanno toccata, o che hanno toccato persone a me vicine. In “Once Upon a Time” ho utilizzato la simbologia contenuta nelle favole, una in particolare, per “rassicurare il bambino interiore”. Ho creduto, molto, e credo tuttora, in quello che sentivo (che sento) ed ho trovato molto supporto, a partire dalla mia famiglia e poi dagli amici, ma anche da persone che prima non conoscevo.

Ho sentito di dover (voler) tornare a cantare per me stessa, ma anche per chi è sulla mia stessa lunghezza d’onda.

SO36: Come mai hai scelto uno studio di registrazione tedesco?

H: La scelta finale è arrivata dopo un lungo periodo. Nel 2008 mi è stato consigliato un bravissimo musicista e compositore italiano, con un buon studio di registrazione, è stata la mia prima esperienza in studio e inizialmente io avevo solo una canzone da realizzare (demo version). 

C'è stata una prova di registrazione e dopo un lungo standby, lui ha preferito chiudere la collaborazione, anche per lasciarmi libera (e anche per questo, lo ringrazio).
Subito dopo mi si è presentata l’occasione, di far sentire delle mie cover ad un produttore tedesco, che è anche musicista, cantautore e tecnico del suono. Ho aspettato che fosse lui a propormi di registrare nel suo studio e quando mi ha chiesto se volevo incidere qualche cover, mi sono fatta coraggio e gli ho parlato del mio progetto inedito. E’ stato bello sentirsi considerare ed apprezzare, pur arrivando come cantante straniera e sconosciuta: mi sono sentita very blessed. All’inizio pensavo di realizzare un singolo, o al massimo quattro canzoni, ci sono voluti due anni, ma è stata un’esperienza formativa e bellissima.

SO36: Il tuo progetto musicale nasce da un profondo amore per la musica, che ruolo ha (o dovrebbe avere) secondo te la musica oggi?

H: Riguardo al ruolo che ha o che dovrebbe avere la musica, dipende da tutti noi, musicisti, tecnici e ascoltatori, dipende da quello che desideriamo trasmettere e ricevere attraverso di essa.
La musica, come mezzo d’espressione, da sempre può essere utilizzata per celebrare, intrattenere, divertire, emozionare, stimolare, rilassare, per ipnotizzare ed anche per guarire, offre una vasta gamma di possibilità, per questo il suo ruolo specifico dipende da una nostra scelta e se la si fa solo per denaro è meglio lasciar stare.
La musica è un linguaggio universale è un dono potente e come tutte le cose potenti andrebbe utilizzato consapevolmente ed eticamente.
Per esempio, in musicoterapia ai malinconici, si consiglia l’ascolto di una melodia, che partendo dai toni bassi si eleva fino ai toni alti, questa progressione armonica contribuisce a distendere e risollevare anche chi ascolta.
Un suono può essere più o meno udibile ad orecchio umano, ma la sua frequenza (vibrazione) agisce comunque, interagendo con le frequenze di tutti gli esseri viventi, modificandoli, modificandoci(trasformandoci).
Anche il testo che accompagna una musica strumentale ha molta importanza, specialmente se oltre ad ascoltarlo e cantarlo molte volte, ci si immedesima a livello emozionale, diventa come una sorta di mantra che può influenzarci profondamente, sin da piccoli.  

SO36: Chi ti ha fatto avvicinare alla musica elettronica? Quali sono le tue fonti di ispirazione?

H: Si può dire che in realtà, io sia stata avvicinata alla musica elettronica, già durante gli anni della mia infanzia, erano gli anni 80 quando molti gruppi sperimentavano in questo campo.
Poi verso metà anni 90, ascoltavo un po’ di tutto, anche house e techno (poca e solo in quel periodo) e ho amato molto il sound sperimentale di Björk.
Qualche anno fa, sempre in Italia, ho conosciuto delle persone che fanno musica elettronica, tra i quali c’è l’amico che ha gentilmente eseguito mixaggio e mastering delle mie prime cover.
In Germania la musica elettronica si è sviluppata molto, unendosi anche ad altri generi, così è stato naturale introdurla anche nel mio progetto.
Le mie fonti di ispirazione più o meno consce sono tante, tutta l’arte, l’ambiente che mi circonda, la natura, i rapporti umani, le connessioni con gli altri, i viaggi fisici e mentali – spirituali (meditazione). 

Grazie a SOund36 e buona musica a tutti!

https://itunes.apple.com/us/album/harmony/id561088540

https://www.facebook.com/pages/HARMONY/231271330237116

Fonti:

http://www.sound36.com/h-a-r-m-o-n-y-intervista/ 

H.A.R.M.O.N.Y